GIUSTIZIA

Quattro condanne a 14 anni per morte musicista

Il gup di Roma ha condannato a 14 anni ciascuno nel processo con rito abbreviato i quattro imputati responsabili del pestaggio avvenuto il 26 giugno del 2011 al rione Monti contro il musicista Alberto Bonanni, morto nel 2014 dopo 3 anni di coma. Il giudice ha accolto la richiesta del pm Silvia Sereni. Per i quattro, già condannati in via definitiva per tentato omicidio, dopo la morte di Bonanni la Procura di Roma ha riqualificato il fatto contestando l’accusa di omicidio volontario. I fatti erano avvenuti nella notte del 26 giugno del 2011, mentre Bonanni si trovava nella movida del quartiere Monti con alcuni suoi amici quando venne violentemente aggredito e pestato a calci e pugni, finendo in coma. “Nella drammaticità del fatto, per un omicidio avvenuto per futili motivi, rimane la soddisfazione che il giudice abbia aderito alla richiesta della Procura e della parte civile – ha commentato dopo la sentenza l’avvocato Gaetano Scalise, legale di parte civile insieme

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Unabomber, Zornitta: Scagionato dopo 5 anni…

 “Di quegli anni ricordo la paura, l’incubo, sempre lo stesso. Sognavo di restare intrappolato nel caos degli sguardi inquisitori, delle accuse infamanti, della menzogna, degli amici ormai di spalle. Nel baratro di un lavoro ottenuto con sacrificio e pazienza e perso in età ormai non più giovane. Sognavo, nell’angoscia della reputazione distrutta. Ho pensato al suicidio, certo, a un certo punto ho creduto che fosse quello l’unico modo di aprire gli occhi e svegliarmi in un’altra realtà, quella che mi era stata strappata via all’improvviso. Senza alcun motivo”. E’ il racconto che Elvo Zornitta, l’ingegnere ingiustamente accusato di essere l’Unabomber italiano, fa all’Adnkronos. Sessantacinque anni, cinque dei quali – dal 2004 al 2009 – vissuti ingiustamente da ‘Unambomber’, si è salvato grazie alla moglie e alla figlia che hanno sempre creduto in lui. Alla sua casa di Azzano Decimo, a Pordenone, non è mai andato nessuno a bussare, a chiedere scusa. Nemmeno Ezio Zernar, l’agente della Scientifica condannato in via

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Ceccanti: “Via ‘ordine pubblico’ da norma rave…”

“Non si sente alcun bisogno di una nuova norma contro i rave party perché è già sufficiente l’articolo 633 del codice penale”. Non ha dubbi il costituzionalista Stefano Ceccanti, professore ordinario di Diritto Pubblico Comparato presso l’Università di Roma “La Sapienza” ed ex senatore del Partito democratico, secondo cui il decreto-legge 162 del 2022 per quanto riguarda i rave party inserisce tra l’altro nel testo espressioni che potrebbero “consentire all’interpretazione margini eccessivi di intervento”. Due i termini contenuti nella nuova norma che secondo il giurista sono “assolutamente da evitare”: “‘Ordine pubblico’ ed il verbo ‘può”, nel punto del decreto in cui si legge “…..quando dallo stesso può derivare un pericolo per l’ordine pubblico o l’incolumita’ pubblica o la salute pubblica….”. “Vanno usate le parole utilizzate nella Costituzione, non quelle che sono state evitate”, spiega il giurista all’Adnkronos. Secondo Ceccanti, “l’espressione ‘può derivare un pericolo’ consente all’interpretazione margini eccessivi di intervento. Ed è assolutamente da evitare la dicitura ‘ordine pubblico’ che

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“Brava Meloni, contro mafia direzione giusta”

“Bisogna riconoscere al presidente del Consiglio Giorgia Meloni, anche se è mio avversario politico, che sta dimostrando coerenza rispetto alla posizione della destra sulla certezza della pena, in particolare nei confronti dei mafiosi. La strada, ovviamente, è stretta, essendoci la pronuncia della Consulta, ma lo sforzo va apprezzato. Poi, certo, bisognerà vedere come verrà articolato tecnicamente il decreto”. Così all’Adnkronos l’ex pm antimafia Antonio Ingroia, presidente di ‘Azione civile’ e leader di ‘Italia sovrana e popolare’, in vista dell’approvazione da parte del Consiglio dei ministri di un decreto per confermare l’ergastolo ostativo. “Mi chiedo – aggiunge Ingroia – come riusciranno a mettersi d’accordo con le posizioni garantiste sia di Fi che dello stesso ministro Nordio, che a suo tempo aveva esternato in modo molto chiaro e netto per l’abolizione dell’ergastolo ostativo”. Per Ingroia, dunque, “il premier ha agito tempestivamente e nella giusta direzione, dunque da parte mia, e lo dico da ex magistrato ma anche nel mio ruolo politico, dico

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Oggi la sentenza del Maxiprocresso dei Nebrodi

E’ attesa per oggi pomeriggio al Tribunale di Patti (Messina) la sentenza del ‘Maxiprocesso della mafia dei Nebrodi’ che vede alla sbarra 101 imputati. Il collegio del Tribunale di Patti, presieduto da Ugo Scavuzzo con i giudici a latere Andrea La Spada ed Eleonora Vona, si sono ritirati dallo scorso 24 ottobre. Un processo che molti definiscono ‘storico’, il più importante nel messinese dai tempi di Mare Nostrum. Per i 101 imputati la Procura ha chiesto la condanne per quasi mille anni di carcere e 30 milioni di euro di confische. Alla sbarra la cosiddetta “Mafia dei pascoli” e quel sistema attraverso cui la criminalità drenava milioni di euro di contributi europei destinati ai terreni agricoli garantendosi linfa finanziaria. Un meccanismo i cui ingranaggi furono fermati dal protocollo di legalità Antoci. Era stato proprio l’ex Presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, a firmare il protocollo che ha di fatto danneggiato la ‘mafia dei pascoli’. Il “Protocollo Antoci” fu poi

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Costa: “No a stravolgimenti riforma Cartabia”

(Adnkronos) – “Se si tratta di un rinvio tecnico dell’entrata in vigore della riforma Cartabia, se si tratta di alcuni accorgimenti tecnici, di un brevissimo rinvio di due mesi, ci potrebbe anche stare. Ma non sia il pretesto per stravolgere l’impianto, allora la nostra posizione sarà ferma”. Così Enrico Costa di Azione all’Adnkronos sugli interventi in materia di giustizia all’odg del Cdm di domani. “Non vorrei che ci fosse qualcuno intenzionati a cambiare i connotati di una riforma che ha tanti punti qualificanti dai tempi delle indagini preliminari, il diritto all’oblio, la cancellazione dei tempi morti nelle indagini, le misure alternative alla detenzione e la norma fondamentale che non si manda a processo senza una ragionevole probabilità di condanna. Tutte misure importantissime”. Quanto all’ergastolo ostativo, Costa sottolinea come Fdi fu tra le forze politiche più contraria alle norma sostenuta dai 5 Stelle. “Vediamo quale sarà il testo. Ma quella norma venne bloccata al Senato e Fdi era contro. Basta andarsi

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“lunedì rinvio Cartabia e conferma ergastolo…”

Governo, fonti Chigi: “A Cdm lunedì rinvio Cartabia e conferma ergastolo ostativo”   (Adnkronos) – I primi due provvedimenti all’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri, convocato per lunedì 31 ottobre, riguarderanno la giustizia. Al primo punto un decreto legge per mantenere il cosiddetto ‘ergastolo ostativo’, considerato dal governo Meloni uno strumento essenziale nel contrasto alla criminalità organizzata. Un provvedimento prioritario e diventato urgente alla luce dell’udienza della Corte Costituzionale fissata per l’8 novembre 2022. Si apprenda da fonti di palazzo Chigi.   Il testo in esame ricalca il disegno di legge n. 2574 già approvato nella passata legislatura dalla Camera dei Deputati e punta a evitare le scarcerazioni facili dei mafiosi, perché permette l’accesso ai benefici penitenziari al condannato che abbia dimostrato una condotta risarcitoria e la cessazione dei suoi collegamenti con la criminalità organizzata.  Sempre sul tema della giustizia, il Consiglio dei Ministri affronterà il rinvio al 30 dicembre 2022 dell’entrata in vigore di alcune disposizioni della ‘Riforma

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Carceri, Garante: “Numero suicidi mai così alto”

(Adnkronos) – Il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale Mauro Palma esprime “grave preoccupazione per gli eventi di suicidio che continuano a verificarsi nelle carceri italiane. Non è solo il numero delle vite interrotte a destare allarme, mai così alto, con 72 decessi per suicidio in dieci mesi, di cui due nella giornata di ieri – si legge in una nota – ma anche il fatto che questi eventi spesso riguardano persone ristrette per reati di lieve entità e quindi con pene brevi o brevissime. Persone spesso fragili sulle quali il carcere può avere un impatto ancora più duro. Alla luce di tale situazione, il Garante nazionale ricorda di avere “salutato con particolare favore – sottolinea Palma – l’introduzione nella recente riforma della giustizia di sanzioni sostitutive alla detenzione in carcere per i reati minori. Riforma la cui entrata in vigore è prevista per il prossimo 1 novembre: questo – afferma – sarà il vero segnale

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Roma, 18enne travolto e ucciso.

La conducente: “Non ricordo momento incidente”   (Adnkronos) – Non ricorda il momento dell’incidente e come ha fatto a finire con l’auto sul marciapiede di via Cristoforo Colombo dove ha travolto e ucciso il diciottenne Francesco Valdiserri, che camminava sul marciapiede insieme a un amico rimasto illeso. Chiara Silvestri, la 23enne accusata di omicidio stradale aggravato dalla guida in stato di ebbrezza, è comparsa questa mattina davanti al gip di Roma che ha convalidato l’arresto confermando la misura dei domiciliari. Sottoposta agli esami di rito la ragazza, a cui in passato era stata sospesa la patente, era infatti risultata positiva all’alcoltest con un tasso pari a 1,57 g/l. La giovane, secondo quanto ha riferito il suo difensore l’avvocato Paolo Leoni al termine dell’udienza a piazzale Clodio, è ancora provata e sotto choc per quanto accaduto.   

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Governo, ministro della Giustizia: chi è Carlo Nordio

(Adnkronos) – Il suo nome era apparso nei giorni frenetici delle trattative tra i partiti per l’elezione del presidente della Repubblica, prima nella rosa dei papabili della coalizione di centrodestra, poi votato da Fratelli d’Italia come candidato ‘di bandiera’, contro la ricandidatura di Sergio Mattarella sostenuta dalla maggioranza di governo. Carlo Nordio, magistrato in pensione, eletto deputato nelle liste di FdI con un record di preferenze nel collegio uninominale di Treviso, è il nuovo ministro della Giustizia, indicato fin dall’inizio dalla premier Giorgia Meloni per una delle caselle fondamentali del governo. Nato a Treviso nel 1947, in magistratura dal 1977, ha trascorso la sua carriera in toga a Venezia. All’inizio ha condotto l’inchiesta sulle Brigate Rosse venete, su alcuni sequestri di persona, poi negli anni ’90 l’inchiesta sulle Coop rosse e il contrasto alla Tangentopoli veneta. Prima sostituto procuratore, nel 2009 è diventato aggiunto e nel 2017, anno in cui è andato in pensione, ha guidato la procura come facente

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Ansiolitico nella piccola Diana morta di stenti

La piccola Diana ha assunto delle gocce di ansiolitico ‘En’ (benzodiazepine) prima di essere trovata senza vita, il 20 luglio scorso, all’interno dell’abitazione in via Parea, periferia est di Milano, nella culletta, dove la madre Alessia Pifferi l’ha abbandonata “per sette giorni”. E’ quanto emerge dagli esiti preliminari eseguiti dai medici legali sul corpo della neonata di soli 18 mesi. Se le prime analisi del sangue avevano lasciato intendere che la sostanza contenuta nella boccetta fosse stata diluita nel biberon, il cui contenuto residuo è stato trovato accanto alla piccola, gli accertamenti sui capelli non lascerebbero dubbi consentendo anche di stabilirne la quantità e la data dell’assunzione. Dettagli che saranno scritti, nero su bianco, nella relazione conclusiva che sarà consegnata la prossima settimana al pm di Milano Francesco De Tommasi. Il nuovo elemento potrebbe aggravare la posizione della madre, accusata di omicidio aggravato ma che ha sempre negato di averle dato il farmaco, e che potrebbe aver inciso sulle cause

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Nordio: “Pronto a fare ministro Giustizia”

Governo, Nordio: “Pronto a fare ministro Giustizia, credo Berlusconi condivida mie idee” “Incontro lungo e molto cordiale, con lui ci siamo detti arrivederci, le conclusioni saranno tratte da tutti i leader, io sono pronto, perché fare il ministro sarebbe un onore per qualsiasi giurista”. Raggiunto dall’AdnKronos, Carlo Nordio, il nome in pole per il ministero della Giustizia risponde così a chi gli chiede del suo incontro di questa mattina a Villa Grande, con Silvio Berlusconi. L’incontro assicura è stato tutto sui temi della riforma della giustizia: “con una preoccupazione in testa, quella dell’efficienza del sistema giudiziario innanzi tutto – spiega – . Penso che le mie idee, espresse nei tanti volumi che ho scritto, siano condivise anche dal leader azzurro”. L’obiettivo, prima di tutto, se sarà lui a succedere al ministro Cartabia “è quello di processi più veloci, di poter evitare la giustizia ‘lenta’ che costa al paese il 2% del Pil”.   La Casellati ha appena detto che l’ultima

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No vax… denunciati chiedono di pagare a rate

Minelli: “No vax minacciano, poi se denunciati chiedono di pagare a rate” (Adnkronos) – “Una, due, tre… ma poi arriva un momento in cui la corda si spezza e, anche volendolo, non si può più fare finta di niente. In questi anni di pandemia, oltre alle difficoltà dell’emergenza, abbiamo dovuto affrontare anche insulti e minacce. Colpevoli di aver espresso un parere scientifico e dileggiati per questo su Facebook e altri canali: un fatto inaccettabile per chiunque. E così, dopo aver tentato di difendere la mia onorabilità, oggi vengo a conoscenza dei risultati delle azioni legali, a fronte dei quali il diffamatore di turno chiede di mediare o quanto meno di poter fruire di una qualche agevolazione nel pagamento del dovuto risarcimento. Sarebbe superfluo ogni commento a margine, tanto più se raffrontato alla gratuita cattiveria delle offese”. Così all’Adnkronos Salute l’immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la medicina personalizzata, tornando sulle minacce no-vax ricevute sui social.  

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Urbani, pm chiede due condanne a 21 e 14 anni

Due condanne a 21 e 14 anni sono state chieste dal pm Pietro Pollidori nel processo sulla morte di Maddalena Urbani, la figlia ventunenne del medico-eroe Carlo Urbani che per primo isolò il virus della Sars, deceduta per un’overdose di metadone il 27 marzo 2021, in un’abitazione in zona Cassia, nella capitale. La richiesta di pena più alta, a 21 anni di carcere, è stata per Abdulaziz Rajab, il pusher siriano, accusato di omicidio volontario con dolo eventuale. Per Kaoula El Haouzi, amica della vittima, accusata di concorso in omicidio, il pm ha chiesto invece 14 anni con il riconoscimento delle attenuanti generiche. “L’istruttoria dibattimentale ha dato conferma della scelta dell’imputazione”, ha detto nel corso della requisitoria il pubblico ministero che ha ripercorso i fatti, dall’arrivo di Maddalena da Perugia a Roma fino alla morte. Nel processo sono costituiti parte civile la madre e il fratello della vittima, rappresentati dall’avvocato Giorgio Beni. (Adnkronos)

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Ruby ter: “Da alcune olgettine volontà di ricatto”

Alcune delle ragazze che hanno partecipato alle serate di Arcore, quelle che per la stampa sono diventate le ‘olgettine’ avrebbero fatto pressione su Silvio Berlusconi per ottenere soldi e in questo senso l’ex premier può essere ritenuto vittima di un tentativo di estorsione. Lo sostiene il difensore del leader di Forza Italia ripercorrendo i messaggi di una chat tra alcune delle imputate – Polanco, Guerra, le gemelle De Vivo solo per fare alcuni nomi – in cui emerge la volontà di “andare ad Arcore per fare pressione e ottenere benefici”. Per il difensore, in quegli screenshot, “è emersa la volontà di ricattarlo, lo dice un ufficiale di polizia giudiziaria”. In questo senso, per la difesa non c’è nessuna violazione di un accordo corruttivo e Silvio Berlusconi “può essere individuato come parte offesa di un altro reato che non si è voluto perseguire”. E cita la posizione di Giovanna Rigato, imputata a Monza con l’accusa di tentata estorsione. Se la tesi

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Bimba morta di stenti, sopralluogo in casa.

Dal carcere la madre chiede foto di Diana   (Adnkronos) – Nuovi esami per capire altri dettagli sulla morte di Diana Pifferi, la piccola di 18 mesi per la cui morte (di stenti) è in carcere la madre Alessia. Il gip di Milano Fabrizio Filice ha accolto l’istanza in cui gli avvocati Solange Marchignoli e Luca D’Auria, chiedevano un ampiamento del quesito della perizia ad altri oggetti trovati accanto alla culla in cui la bimba è stata trovata senza vita il 21 luglio scorso, ma anche nell’appartamento di via Parea a Milano.   Periti del giudice e consulenti delle parti (per la difesa è stato nominato anche Luciano Garofano, ex comandante del Ris di Parma) vaglieranno la ‘scena del delitto’ alla ricerca di altri oggetti utili, ma soprattutto dovranno analizzare ogni elemento già sequestrato – materasso e cuscino, il pannolino che indossava Diana, il biberon e una bottiglietta d’acqua – e svolgere tutti gli accertamenti tecnici “di natura biologica e

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In carcere a 85 anni, ha occupato una casa

(Adnkronos) – Da circa due settimane una donna di 85 anni è detenuta presso il carcere di San Vittore a Milano. Lo rende noto Antigone, precisando che “la sua condanna definitiva è di soli 8 mesi, scaturita dall’occupazione abusiva di un alloggio. Nonostante il reato non sia di grande pericolosità sociale e la pena comminata di brevissima durata, la donna è stata tuttavia condotta nel carcere del capoluogo lombardo. Ad aggravare la situazione il fatto che la signora non è autosufficiente, richiedendo perciò un’assistenza personale e una gestione sanitaria costante da parte di altre detenute e degli operatori. Fino ad oggi, nonostante i ripetuti solleciti dell’istituto e un’istanza di scarcerazione, la signora si trova ancora ristretta nell’istituto”. “La vicenda – sottolinea Valeria Verdolini, responsabile della sede lombarda di Antigone – investe due questioni: la sempre maggior frequenza con cui persone anche ultrasettantenni o ultraottantenni entrano in carcere, e la questione centrale della residenza, che impedisce una vera e propria presa

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Regime di semilibertà per Albertoni e Vanneschi

Caso Martina Rossi, regime di semilibertà per Albertoni e Vanneschi   (Adnkronos) – Il Tribunale di sorveglianza di Firenze ha disposto la detenzione in regime di semilibertà per Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, i due trentenni di Castiglion Fibocchi (Arezzo), condannati definitivamente dalla Cassazione a tre anni di reclusione per tentata violenza sessuale sulla studentessa genovese Martina Rossi. La ragazza morì all’età di 20 anni il 3 agosto 2011, precipitando dalla terrazza del sesto piano dell’hotel ‘Santa Ana’ a Palma di Maiorca mentre cercava di fuggire da un tentativo di stupro dei due giovani aretini che alloggiavano nello stesso albergo. La ragazza si trovava nella nota località turistica spagnola iin vacanza con delle amiche.  Nell’udienza davanti al Tribunale di sorveglianza, tenutasi il 29 settembre scorso, il procuratore generale aveva chiesto il rigetto delle misure alternative, mentre le difese di entrambi i condannati avevano chiesto la messa in prova ai servizi sociali.   Il Tribunale ha deciso per la detenzione in

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