Ddl made in Italy, dal liceo ai fondi per imprese femminili: la bozza

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(Adnkronos) – Nasce il Liceo del made in Italy “al fine di promuovere, nell’ottica dell’allineamento tra domanda e offerta di lavoro, le conoscenze, le abilità e le competenze connesse al made in Italy, è istituito il percorso liceale made in Italy nell’ambito dell’articolazione del sistema dei licei”. E’ quanto emerge dalla bozza del Ddl Made in Italy che l’Adnkronos ha visionato. 

A conclusione del percorso di studio made in Italy gli studenti, oltre a raggiungere i risultati di apprendimento comuni a tutti i licei, si legge nel testo del provvedimento, “conseguano i seguenti risultati di apprendimento specifici: acquisire conoscenze, abilità e competenze approfondite nelle scienze economiche e giuridiche, all’interno di un quadro culturale che, riservando attenzione anche alle scienze matematiche, fisiche e naturali, consenta di cogliere le intersezioni tra i saperi; sviluppare, sulla base della conoscenza dei significati, dei metodi e delle categorie interpretative che caratterizzano le scienze economiche e giuridiche, competenze imprenditoriali idonee alla promozione e alla valorizzazione degli specifici settori produttivi del made in Italy; possedere gli strumenti necessari per la ricerca e per l’analisi degli scenari storico-geografici e artistici e delle interdipendenze tra fenomeni internazionali, nazionali e locali, con riferimento all’origine e allo sviluppo degli specifici settori produttivi del made in Italy; acquisire in due lingue straniere moderne strutture, modalità e competenze comunicative corrispondenti al livello B2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per la prima lingua e al livello B1 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per la seconda lingua; prevedere misure di supporto allo sviluppo dei processi di internazionalizzazione anche attraverso il potenziamento dell’apprendimento integrato dei contenuti delle attività formative programmate in lingua straniera veicolare (Clil), senza oneri aggiuntivi a carico della finanza pubblica e ferma restando la possibilità di ricevere finanziamenti da soggetti pubblici e privati”.  

Ma non solo. La bozza del provvedimento prevede “il rafforzamento dei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (Pcto) attraverso la connessione con il tessuto socioeconomico-produttivo di riferimento, favorendo la laboratorialità, l’innovazione e l’apporto formativo delle imprese e degli enti del territorio; acquisire e approfondire, specializzandole progressivamente, le competenze, le abilità e le conoscenze connesse agli specifici settori produttivi del made in Italy, in funzione di un rapido accesso al lavoro, attraverso il potenziamento dei percorsi di apprendistato ai sensi dell’articolo 43 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81; prevedere l’acquisizione, nell’ambito del percorso liceale made in Italy, di specifiche competenze, abilità e conoscenze riguardanti: principi e strumenti per la gestione d’impresa; tecniche e strategie di mercato per le imprese del made in Italy; strumenti per il supporto e lo sviluppo dei processi produttivi e organizzativi delle imprese del made in Italy; strumenti di sostegno all’internalizzazione delle imprese dei settori del made in Italy e delle relative filiere”. A partire dalle classi prime funzionanti nell’anno scolastico 2024/2025, “l’opzione economico sociale del percorso del liceo delle scienze umane di cui all’articolo 9, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 89 confluisce nel percorso liceale made in Italy, ferma restando, per le classi successive alla prima, la prosecuzione ad esaurimento dell’opzione economico sociale. Di conseguenza, con effetto dall’entrata in vigore del regolamento di cui al comma 2 è abrogato il comma 2 dell’articolo 9, del decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 89”. 

La bozza del Ddl Made in Italy contiene anche un sostegno all’imprenditorialità femminile. “Al fine di rafforzare il sostegno alle iniziative di autoimprenditorialità promosse da donne e allo sviluppo di nuove imprese femminili su tutto il territorio nazionale – si legge nella bozza del provvedimento – è istituita un’apposita riserva, per un importo fino a 15 milioni di euro, destinata al finanziamento, per l’anno 2024, degli interventi di cui al Capo 01, Titolo I, del medesimo decreto legislativo 185 del 2000 rivolti alle imprese a prevalente partecipazione femminile”. 

 

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