Li.A, Lettera Aperta alle donne che subiscono violenza

18:36 | | No Comment

Non Siete Sole. Noi ci siamo”

Un femminicidio mancato. La comunità di Cassano delle Murge – e non solo – si stringe attorno alla giovane donna, ricoverata all’Ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti, colpita, ieri 16 novembre, da due colpi di pistolasparati dal convivente di 21 anni.

I giornali riportano «Da chiarire cosa abbia scatenato il gesto dell’uomo», come se fosse necessario questo chiarimento a minimizzare o a giustificare il tentato femminicidio. In questa tragica situazione lui non è riuscito nell’intento dell’uccidere, ma solo per un caso.

Il femminicidio – o come in questo caso il tentato femminicidio – è solo la punta di un iceberg le cui basi sono sommerse dal mare del silenzio: alla radice di tutte le forme della violenza di genere vi è la cultura patriarcale e maschilista, attecchita nella quotidianità da centinaia di anni, che si esplica con intensità diverse in base alla peculiare storia sociale territoriale.

Questa cultura si fonda sull’oggettificazione della donna che cessa di essere partner con proprie idee, sentimenti, emozioni e bisogni, per diventare “oggetto di possesso” dell’uomo, “corpo” per la sua gratificazione sessuale, “mezzo” per esplicare la sua mascolinità. Ma, nel momento in cui lo schema di sottomissione viene rotto dalla donna che osa dire “NO”, “BASTA”, “VOGLIO SEPARARMI DA TE”, “NON STO PIÙ BENE CON TE”, lì inizia il tempo dell’escalation del pericolo che segna non solo il rischio di recidiva, ma in alcuni casi il rischio di morte. L’uomo che ammazza la sua compagna lo fa perché lei non può e non deve vivere senza di lui; l’uomo che si ammazza lo fa perché lui non può vivere senza di lei, è parte di sé, non è altro da sé.

Nel caso di tentato femminicidio consumatosi a Cassano delle Murge, ci domandiamo: “È possibile che nessuno abbia mai visto e guardato veramente questa coppia nella sua dinamica di controllo, gelosia, possesso? Siamo anestetizzati o, oramai, tendiamo a normalizzare tutto, anche la violenza?”

La violenza maschile non si ferma, men che meno nel mese – quello di novembre – dedicato al contrasto alla violenza di genere, in cui tutti organizzano “qualcosa” in occasione della “Giornata internazionale per la lotta alla violenza maschile sulle donne”. Questa immensa piaga che affligge l’umanità e la dignità delle donne esige un “fermarsi”, un nuovo “pensare”, un “riflettere insieme”; forse non servono eventi, scarpe rosse o panchine colorate. Forse serve guardarci meglio, guardare le nostre vite e quelle delle nostre parenti, amiche, figlie e amiche delle figlie. Serve GUARDARE, PERCEPIRE IL PERICOLO, RILEVARE LA RICHIESTA DI AIUTO ANCHE SE NON ESPRESSA.

Serve che ogni agenzia educativa lavori su di sé, serve che ogni amministrazione parta dai suoi componenti, SERVE COERENZA! Perché “Se non vediamo il patriarcato, il patriarcato siamo noi!” e se non cambiamo, nel nostro profondo, diventiamo strumento del sistema per il mantenimento dello status quo.

Cassano delle Murge, comune dell’Ambito territoriale di Grumo Appula, ha visto solo qualche mese fa la riattivazione del Centro Antiviolenza Li.A., dopo un anno di sospensione del servizio (ad eccezione delle emergenze) a causa del dissesto finanziario del Comune di Grumo Appula.

Alle donne di Cassano e di tutti gli altri comuni dell’Ambito (Acquaviva delle Fonti, Grumo Appula, Sannicandro di Bari, Toritto) diciamo che possono contattarci al 388 9898797 attivo h24, anche su whatsapp: l’equipe del Centro Antiviolenza Li.A. è disponibile per offrire – gratuitamente – ascolto, supporto psicologico, sociale, consulenza legale. Al telefono del Centro Antiviolenza si può chiamare sempre, anche solo per parlare di situazioni in cui si è provata paura, disagio, malessere.

Le abitanti di Cassano possibile rivolgersi direttamente al Centro Antiviolenza Li.A. o fissando telefonicamente un appuntamento o recandosi, il martedì, presso la Biblioteca Comunale (dalle h. 16 alle h. 19).

A tutti ricordiamo “Mai più silenzio: dalla violenza si può uscire”.

Angela Lacitignola

Coordinatrice Centro Antiviolenza Li.A.

dell’Ambito di Grumo Appula

SPECIALE ESTERI



SPECIALE SALUTE