G20, Zelensky: “Dieci condizioni per la pace”

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Dieci condizioni per la pace. Una pace che sia sostanziale, non di facciata ma reale, perché “non ci sarà una Minsk 3”. A dirlo, intervenendo al G20 di Bali in videocollegamento, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

“Non vale la pena offrire all’Ucraina compromessi su sovranità, territorio e indipendenza – mette in chiaro -. Rispettiamo le regole e siamo persone di parola. L’Ucraina è sempre stata leader negli sforzi per il mantenimento della pace e il mondo lo ha visto. Se la Russia dice che vuole porre fine a questa guerra, lo dimostri con le azioni”, chiede il presidente ucraino. Perché “non permetteremo alla Russia di aspettare, costruire le sue forze e quindi iniziare una nuova serie di terrore e destabilizzazione globale. Non ci sarà una Minsk-3” (il riferimento è ai due accordi falliti per porre fine al conflitto in Ucraina, ndr) “che la Russia violerà subito dopo l’accordo. Esiste una formula ucraina per la pace. Pace per l’Ucraina, l’Europa e il mondo. E c’è un insieme di soluzioni che possono essere attuate per garantire davvero la pace”.

Zelensky invita i Grandi della Terra riuniti a Bali a lavorare per la pace “insieme a noi”. Queste le dieci condizioni che elenca: “Radiazioni e sicurezza nucleare; Sicurezza alimentare; Sicurezza energetica; Liberazione di tutti i prigionieri e deportati; Attuazione della Carta delle Nazioni Unite e ripristino dell’integrità territoriale dell’Ucraina e dell’ordine mondiale; Ritiro delle truppe russe e cessazione delle ostilità; ripristinare la giustizia; Anti-ecocidio; Prevenzione dell’escalation; Fissare la fine della guerra”.

Accordo su bozza di dichiarazione finale: c’è condanna guerra

I capi negoziatori del G20, compresi i rappresentanti di Mosca, hanno raggiunto un accordo sulla bozza di dichiarazione finale del vertice di Bali. Lo ha reso noto il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, dopo che, a quanto apprende la Dpa, nonostante l’iniziale resistenza della Russia, i Paesi occidentali sono riusciti a inserire nella bozza un passaggio con la condanna della guerra contro l’Ucraina.

L’approvazione della bozza da parte della Russia è vista come un possibile segnale che Mosca non può più contare nemmeno sul sostegno della Cina nel gruppo del G20 sulla questione dell’Ucraina.

Un alto funzionario del governo statunitense ha dichiarato che nella dichiarazione la maggior parte dei membri del G20 ha condannato fermamente l’invasione russa dell’Ucraina, aggiungendo che l’obiettivo era quello di costruire una coalizione più ampia possibile all’interno del gruppo, cosa che è stata raggiunta. “Penso che la maggior parte dei membri del G20 esprimerà chiaramente la propria condanna della guerra russa in Ucraina, che considera la guerra russa in Ucraina come la fonte principale di immense sofferenze economiche e umanitarie nel mondo”, ha dichiarato.

Il G20 è “profondamente preoccupato” per la crisi alimentare globale, quanto si legge nella bozza di dichiarazione finale del vertice, nella quale si sottolinea che la sicurezza alimentare globale è stata “esacerbata dagli attuali conflitti e tensioni”. I leader edl G20 chiedono l’uso di “tutti gli strumenti disponibili” per combattere la crisi e “proteggere i più vulnerabili dalla fame”.

Gli Stati membri del G20, compresa la Russia, promettono di “agire per promuovere la sicurezza alimentare ed energetica e sostenere la stabilità dei mercati, fornendo un sostegno temporaneo e mirato – secondo la dichiarazione congiunta – Intraprenderemo ulteriori azioni coordinate per affrontare le sfide della sicurezza alimentare, tra cui l’impennata dei prezzi e la carenza di prodotti alimentari e fertilizzanti a livello globale”.

Meloni, ‘guerra inattesa, ma non abbiamo permesso a nessuno di intimidirci’

Segna il suo esordio al G20 di Bali intervenendo alla prima sessione plenaria ‘Food and Energy Security’, unica donna a capo di un governo a sedere al tavolo dei Grandi del mondo. Giorgia Meloni, nel suo primo intervento al summit, si sofferma sulla guerra in Ucraina, sulla crisi energetica che ne è scaturita, e su quella alimentare, un’emergenza drammatica con cui il G20, che naviga in “acque tempestose”, è chiamato a fronteggiare, assieme a tutte le altre “sfide” che ha davanti, “con coraggio”.

“L’anno scorso a Roma nessuno avrebbe pensato che si sarebbe arrivati a questo, con la guerra, la crisi alimentare e l’emergenza energetica – ha sottolineato il premier -. Ma non abbiamo permesso a nessuno di intimidirci. Abbiamo reagito e abbiamo continuato a lavorare insieme. Non solo su energia e cibo, ma anche su tante altre sfide: la difesa dell’ambiente, il contrasto ai cambiamenti climatici, infrastrutture più efficienti, un’istruzione di qualità, assistenza sanitaria per tutti. Le generazioni future meritano un mondo migliore e tutti noi abbiamo il dovere di lavorare in questa direzione”, ha esortato gli altri 41 seduti al tavolo la presidente del Consiglio. Che, nel suo intervento, ha fatto il punto anche sul dossier ‘energia’, mentre l’Italia continua a combattere con il caro bollette, che morde famiglie e imprese.

“La guerra in Ucraina – ha detto Meloni – ha certamente contribuito ad aggravare la crisi energetica globale. Ma ha finalmente posto in evidenza i tanti errori commessi, almeno dall’inizio del Millennio, nelle politiche energetiche e nei rapporti tra Paesi produttori e Paesi consumatori”. Per questo “l’Italia, insieme all’UE – ha spiegato la premier – sta intervenendo per fare fronte alla spropositata e sproporzionata crescita dei prezzi dell’energia, per aumentare la produzione nazionale e accelerare la diversificazione delle fonti di approvvigionamento. Tutto questo riducendo la sua eccessiva dipendenza dalla Russia. Altri Paesi hanno maggiori difficoltà nel farlo e vanno sostenuti. Dal dramma della crisi energetica può emergere, per paradosso, anche l’opportunità di rendere il mondo più sostenibile e costruire un mercato più equilibrato, nel quale gli speculatori abbiano meno influenza e i Paesi fornitori abbiano meno opportunità di usare l’energia come un’arma contro altri Paesi”.

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