Ucraina, Zuppi: “… è guerra mondiale”

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(Adnkronos) – “Manca la consapevolezza che questa è una guerra mondiale. Uso un’espressione che è stata molto ripresa, in qualche modo direi addirittura fortunata, perché fotografava una realtà. E se la guerra è mondiale, riguarda anche me, riguarda anche noi. La pace conviene ma sicuramente c’è un problema di educazione alla pace”. Lo ha sottolineato il cardinale Matteo Zuppi, intervenuto oggi alla Festa dell’Ottimismo del Foglio, parlando della guerra in Ucraina.

Zuppi ha parlato anche del rischio di abituarsi alla guerra: “E’ un pericolo, perché abituarsi alla sofferenza degli altri e ad avere un incendio vicino casa è pericolosissimo. Suona l’allarme e a un certo punto ti abitui all’allarme. E’ dunque ancora peggio, perché significa che non ci rendiamo conto di quel che accade e di conseguenza siamo ancora più esposti e più vulnerabili alla forza del male e della guerra”.

“Come uscirne? Innanzitutto – ha detto Zuppi – dobbiamo uscirne. La sintesi è quella che ha già illustrato il Papa, che ha chiesto in tanti modi espliciti e impliciti: la vera vittoria è la pace. Non c’è altra vittoria. Dato e non concesso che possa esserci una vittoria militare, questa porterebbe una continua escalation militare con il rischio di omologare gli ordigni nucleari a naturale e ineluttabile conseguenza sul terreno. Certamente c’è il problema di coniugare la ricerca di altre soluzioni con il tema della giustizia, perché è ovvio che la pace e la giustizia vanno insieme. Non si può solo pensare alla pace senza giustizia, perché ciò porterebbe a una prosecuzione del conflitto. E’ necessario cercare il dialogo. Henry Kissinger, con cui si può essere o meno d’accordo ma è una persona intelligente, parlava di dialogo esplorativo. Questo però non può coinvolgere solo i due attori principali, ma anche tutti coloro che possono e debbono creare l’opportunità affinché tale dialogo esplorativo possa essere avviato. E’ indispensabile”.

Zuppi ritiene che “nel conflitto fra la Russia e l’Ucraina le occasioni perdute siano tante, considerato che nel frattempo entrambi i Paesi avevano intensi rapporti con l’occidente. La conoscenza della storia del conflitto è decisiva per trovare gli spazi possibili di incontro e dialogo. La pace non è touch, un tasto da schiacciare. Nel mondo reale è tutt’altro”.

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