In quel museo c’è tutto il mio amore per Cassano

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Pierpaola Sapienza ex Assessora alla Cultura che diede il via al progetto

Potrebbe giungere presto a conclusione la lunga vicenda del “Museo del Territorio di Cassano e dell’Alta Murgia” (MUTEC), il primo nella storia di Cassano delle Murge. L’istituzione, infatti, ha il suo fondamento in un atto della Giunta Di Medio I risalente al 2013 quando in risposta ad un Bando della Regione Puglia, l’Amministrazione Comunale aderì candidando i locali di via Sanges, pericolanti e inutilizzati ponendo le basi per il MUTEC. Il progetto fu approvato ma non finanziato inizialmente per esaurimento dei fondi, tuttavia l’8 aprile del 2014, dopo lo scorrimento della graduatoria, Cassano fu ammessa al ricevimento di ben 738.820 euro per la realizzazione e l’allestimento del Museo.
Otto anni, dunque, per avere finalmente il Museo del Territorio, in realtà pronto dal 2020 ma mai inaugurato.
Di tutto ciò ne parliamo con Pierpaola Sapienza, all’epoca Assessora alla Cultura della Giunta Di Medio e fra le promotrici più convinte della candidatura per istituire un Museo a Cassano che potesse raccontare la storia del territorio e della popolazione che lo abita da centinaia di anni.

Da Assessora alla Cultura nel 2013 lei si batté strenuamente per ottenere quel finanziamento per poter realizzare il Museo del Territorio. Ci racconti come andò, quelli che sono i suoi ricordi dell’epoca.
Sin dai primi tempi del mio insediamento come assessore alla Cultura, seppur ancora molto giovane e non propriamente esperta, ho avuto l’ambizione di fare rete e cercare un punto di incontro con tutti gli autorevoli attori della cultura cassanese, ponendomi con totale umiltà di fronte a chi prima di me, per esperienza e vocazione, aveva lasciato importati contributi per Cassano. Mi sono sempre accerchiata di persone più esperte di me, con sete di sapere e ho capito che per realizzare qualcosa di concreto bisognava percorrere un cammino comune che potesse rimanere saldo nel tempo, ad esempio con la creazione del circuito Cassano Cultura che in quei 5 anni ha riscosso molto successo o con l’intesa e collaborazione costante con tutte le Associazioni ma soprattutto con il consolidamento del Palazzo Miani Perotti come punto di riferimento per la cultura cassanese e limitrofe. Ho ereditato la nuova ala del palazzo Miani Perotti che ho voluto subito trasformare in Pinacoteca proprio perché mi ero accorta della ricchezza dal punto di vista artistico culturale del nostro paese e delle eccellenze presenti. E quale migliore occasione fu quella del Bando della Regione Puglia per la creazione del museo che sarebbe stato un tassello in più a quel sudato percorso che avevamo creato. E i miei colleghi dell’epoca ricordano bene quanto io mi sia sempre battuta per reperire fondi in un periodo storico in cui la cultura aveva sempre meno moneta.

Ricordiamo un passaggio della delibera di istituzione del Museo in Consiglio Comunale quando le opposizioni (Santorsola con “Nuova Ideadomani” e il Pd) parlarono di “museo senz’anima”, “poltronificio”, scarsa trasparenza nell’operazione, ecc. Insomma, non fu facile per lei e per la Giunta averla vinta…
Non ho mai avuto una opposizione favorevole alle iniziative del mio assessorato. Ho sempre cercato di cogliere in modo positivo e propositivo i loro attacchi e ho risposto quando era necessario dare dei chiarimenti, ma sinceramente mi sono sempre sentita forte dell’appoggio della gente e delle operose associazioni sempre al mio fianco.


Cosa provò quando finalmente fu firmata la Convenzione per il finanziamento in Regione?
Ero ormai al termine del mio mandato e sinceramente ero impaurita dal fatto che mi i miei successori purtroppo non avrebbero portato avanti il mio ambizioso progetto perché purtroppo non vi è mai stata una continuità amministrativa. Restavo comunque speranzosa che il progetto potesse andare avanti.
A quella firma seguirono i lavori di ristrutturazione degli immobili di via Sanges e parallelamente gli incarichi per “pensare” il Museo. Anche lì non mancarono le polemiche per incarichi dati, secondo alcuni, senza una attenta selezione e con scarso ascolto del territorio. Che ricordi ha?
Quello che posso dire è che tanto spesso non ci si accorge del reale valore delle cose che possediamo e ci si perde dietro fantomatici incarichi anziché pensare al bene comune.
Il Museo è pronto dal 2020 ma non è mai stato inaugurato. Al di là dei motivi contingenti e pratici (la mancanza di una cisterna per l’impianto antincendio!), ognuno ha la sua lettura del ritardo enorme. Qual è la sua? Perché, secondo lei, la Giunta Di Medio II non ha proceduto ad inaugurare ed aprire la struttura?

Ritengo oggettivamente che la Giunta Di Medio abbia vissuto un periodo storico legato alla pandemia inatteso e mai gestito prima di allora ma questo non giustifica l’inerzia dell’assessore al patrimonio dell’epoca che di fatto ha trascurato beni come il museo o il Polisportivo. Evidentemente è mancato qualcuno con l’ardore che avevo io a quei tempi. Qualcuno che ora guarda caso si ritrova con incarichi presso questa Amministrazione e che aveva dato forse fin troppa importanza a dei murales e non ad un bene durevole come il museo. Ma spero che ora si vada avanti.
Avrà avuto modo certamente di osservare l’allestimento interno del Museo, anche se parecchio tempo fa. Mettendosi nei panni di un visitatore che dunque nulla sa di Cassano, il MUTEC riesce a trasmettere la storia, la cultura, le vicende sociali della comunità cassanese? O c’è qualcosa che integrerebbe nell’allestimento, che ancora non c’è?
Io penso che prima di trasmettere qualcosa all’esterno bisogna avere consapevolezza all’interno del nostro stesso paese. Perché l’approccio a questi temi è sempre di pochi. Ho notato nelle ultime manifestazioni culturali di Cassano la presenza di compaesani che mai si erano affacciati agli eventi e questo mi fa piacere ma spero non sia legato all’entusiasmo del momento per la nuova amministrazione. Spero che questa gente continui l’approccio alla cultura non perché ci sia una amministrazione o un’altra, ma per amore di Cassano e della sua profonda cultura. E solo dopo questa crescita, allora potremo presentarci ai turisti e a chi forse apprezza le nostre bellezze più di chi le ha ogni giorno sotto gli occhi.

Se fosse lei a dover decidere sulla gestione del MUTEC, che cosa proporrebbe?
Proporrei daccapo di fare rete e di affidare il museo a chi della cultura ne ha fatta una ragione di vita e avvalendosi di enti che sul territorio hanno già consolidato un metodo che sia duraturo e proficuo nel tempo. Le improvvisazioni in questo momento storico non sono affatto utili.
Il MUTEC potrebbe dare una “spinta” alla cultura cittadina? Potrebbe essere ripetitivo il mio concetto ma bisogna sempre partire dalle esigenze delle persone e cercare di creare un pensiero culturale nella testa di tutti unendo all’evento prettamente culturale un evento musicale, una degustazione o una qualsiasi cosa che faccia tutti approcciare e invogliare alla lettura e all’informazione. E sarebbe bello che ogni giorno, d’estate e d’inverno, la gente viva il paese. Perchè Cassano non è un dormitorio, Cassano è fatto di persone preziose, Cassano ha molte potenzialità ma purtroppo è ancora bloccato dietro alcune logiche radicate dei Guelfi e dei Ghibellini.

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