Nei prossimi decenni ondate di caldo eccezionali

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Le ondate di caldo ci colpiranno sempre più spesso in futuro

Secondo un nuovo studio, nei prossimi decenni le ondate di caldo eccezionali colpiranno probabilmente gran parte del mondo almeno tre volte più spesso, e questo a causa dell’aggravarsi dei cambiamenti climatici. Infatti, nelle latitudini medie temperature di 39 gradi celsius, ad oggi un evento raro ed eccezionale, si verificheranno statisticamente dalle 20 alle 50 volte all’anno entro la metà del secolo. E’ quanto emerge da uno studio dell’Università di Washington, pubblicato sulla rivista “Communications Earth & Environment”. 

Texas, i pascoli secchi costringono gli allevatori a macellare sempre più mucche

Con quasi tutto il Texas in condizioni di siccità, gli allevatori stanno mandando al macello un numero sempre maggiore di capi di bestiame. Dalla metà di luglio, infatti, più del 93% del Texas è stato colpito dalla siccità secondo i dati diffusi dal “Monitoraggio della siccità degli Stati Uniti”. A metà agosto, oltre il 26% del Texas si trovava al più alto livello di siccità, il che ha causato una diffusa perdita di pascoli e grande carenza d’acqua. A causa di questi disagi, circa il 75% delle vacche vendute all’asta negli ultimi due mesi sono state mandate al macello, ha detto Craycraft, rispetto ad una media annuale del 30% – 40%. 

Gran Bretagna: risorse idriche agli sgoccioli

La Gran Bretagna dovrà continuare a gestire con attenzione le risorse idriche nei prossimi mesi, infatti dopo l’estate più secca degli ultimi 50 anni, ora dovrà iniziare a pianificare le potenziali carenze idriche previste nel 2023, questo è quanto dichiarato martedì dal “National Drought Group”. Il gruppo, composto da funzionari governativi, aziende idriche e gruppi ambientalisti, ha comunicato che l’acqua è sufficiente per tutte le esigenze essenziali delle famiglie e delle imprese. Per la primavera del 2023 l’emergenza dovrebbe essere rientrata ma il cambiamento climatico, come è ormai possibile notare, è davvero imprevedibile. 

L’Europa sta affrontando la peggiore siccità degli ultimi 500 anni

Il Vecchio Continente sta affrontando la peggiore siccità da 500 anni a questa parte, con due terzi del territorio in stato di allerta, e riducendo la navigazione interna dei fiumi, la produzione di elettricità e la resa di alcune colture. E’ quanto emerge dal rapporto dell’Osservatorio Europeo per la Siccità (EDO), supervisionato dalla Commissione Europea, che ha dichiarato che il 47% dell’Europa è in condizioni di allerta, con un evidente deficit di umidità del suolo, e il 17% è in stato di allarme, ed in questi luoghi la vegetazione risulta gravemente colpita. 

I ghiacciai svizzeri fondono a tutta velocità

Non solo quelli italiani: anche i 1.400 ghiacciai della Svizzera hanno perso più della metà del loro volume totale dall’inizio degli anni ’30. E’ quanto emerge da uno studio dell’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio che ha effettuato una prima ricostruzione della perdita di ghiaccio in Svizzera nel XX secolo, basata sull’analisi dei cambiamenti della topografia dei ghiacciai dal 1931. I ricercatori hanno stimato che i volumi di ghiaccio dei ghiacciai si sono ridotti della metà negli 85 anni successivi, fino al 2016. Da allora, i ghiacciai (nella foto il Morteratsch) hanno perso un ulteriore 12%, in soli sei anni. 

Carovana dei Ghiacciai, forti regressioni sul Monte Rosa

Forti regressioni della fronte glaciale con un consistente aumento degli affioramenti del substrato roccioso. Questa la sintesi dei dati del monitoraggio sul Monte Rosa durante la seconda tappa di Carovana dei Ghiacciai 2022 in Piemonte, la campagna di Legambiente con la partnership scientifica del Comitato Glaciologico Italiano, partner sostenitori Sammontana e Frosta e partner tecnico Ephoto, che dal 17 agosto al 3 settembre monitora lo stato di salute dei ghiacciai alpini, minacciati sempre di più dai cambiamenti climatici.  

Effetti sempre più visibili e repentini del riscaldamento climatico, che hanno motivato il ritorno, dopo due anni, della campagna sul Ghiacciaio di Indren, posto nel massiccio del Monte Rosa con una superficie di 1 kmq, la cui alimentazione sul pendio si realizza attraverso precipitazioni dirette o valanghe. Sebbene posto al di sopra dei 3.000 metri di quota, il ghiacciaio mostra negli ultimi due anni (nell’intervallo dal 19 agosto 2020 e il 20 agosto 2022) un arretramento frontale di ben 64 metri, di cui 40 registrati nell’ultimo anno. Un dato mai registrato dagli operatori glaciologici negli ultimi cinquant’anni. Non rassicuranti nemmeno i rilevamenti frontali sul Ghiacciaio di Bors che in due anni registra un arretramento di 18 metri, di cui 7 metri tra il 2020 e il 2021 e 11 metri tra il 2021 e 2022. Nella giornata di monitoraggio scientifico si è osservato anche lo stato di sofferenza del Ghiacciaio Sud delle Locce e la quasi totale sparizione dei Glacionevati di Flua.  

Focus della tappa Piemontese anche l’emergenza degli impianti sciistici dismessi: circa 250 quelli mappati in tutta Italia dal Report di Legambiente Nevediversa 2022, per mancanza di neve, problemi economici e/o gestionali o per fine vita tecnica, che necessitano di essere smaltiti o riqualificati. Durante la giornata effettuato un sopralluogo alla vecchia stazione di arrivo della funivia per sci estivo sul Ghiacciaio di Indren, a cui è seguito un incontro pubblico che ha illustrato il progetto di RigeneRosa che, grazie alla collaborazione fra enti del territorio, ricerca e associazionismo, ambisce proprio alla rigenerazione e valorizzazione della stessa.  

“Nell’area del ghiacciaio di Indren, dove fino a venticinque anni fa si sciava d’estate, ora c’è un deserto di roccia. Gli effetti generati dalla crisi climatica impongono una sollecita riflessione sul futuro della montagna – dichiara Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e coordinatrice della campagna – Per questo motivo durante la seconda tappa della campagna abbiamo aperto uno spazio di riflessione sulla necessità di ripristino di siti naturali e riuso delle infrastrutture dismesse, trasformando le montagne da luoghi di consumo a sedi di elaborazioni innovative e sostenibili”.  

I monitoraggi sono stati realizzati dal Comitato Glaciologico Italiano in collaborazione con Legambiente. Ne hanno preso parte Marco Giardino, Stefano Perona, Paolo Piccini, Tito Princisvalle e Cristina Viani del Comitato Glaciologico Italiano. Durante la tappa anche il Saluto al Ghiacciaio, omaggio alla bellezza e al prezioso servizio che svolgono i ghiacciai con riflessioni e musica a cura di Martin Mayes, suonatore di corno e testimonial della campagna.  

“Nella seconda tappa di Carovana dei Ghiacciai abbiamo raggiunto il Ghiacciaio di Indren e, passo dopo passo, abbiamo potuto verificare l’entità e la rapidità dei processi di deglaciazione – commenta Marco Giardino, vicepresidente del Comitato Glaciologico Italiano e Università di Torino – Attraverso il confronto con immagini storiche, abbiamo constatato la riduzione delle dimensioni del ghiacciaio, il cui settore laterale destro, particolarmente depresso, pare prossimo a frammentarsi; la superficie del ghiacciaio è apparsa solcata da innumerevoli ruscelli che distribuiscono l’acqua di fusione verso pozze e laghetti; la copertura detritica è risultata notevolmente aumentata rispetto agli ultimi anni, e sono stati individuati numerosi blocchi precipitati sul ghiacciaio dalle pareti del circo glaciale, anch’esse destabilizzate per processi gravitativi e di dilavamento legati alla scomparsa della copertura glaciale e alla degradazione del permafrost”.  

(Adnkronos) 

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