Marmolada: ordinata chiusura del massiccio

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Tutti i punti di accesso alla Marmolada sono chiusi per motivi di sicurezza. E’ interdetto anche l’accesso all’area compresa tra Punta Serauta e la Forcella Marmolada, cui sia accede dalla Val Contrin, secondo quanto previsto dalle ordinanze dei tre Comuni di Canazei, San Giovanni di Fassa e Rocca Pietore (Belluno).

Sul posto “sono stati installati cartelli di divieto di accesso e transito”. E stato inoltre disposto il presidio di Passo Fedaia da parte di Polizia locale e Corpo forestale del Trentino.

Proseguono intanto le operazioni di ricerca, che si svolgono per ora “esclusivamente attraverso l’impiego di droni. La priorità è di garantire l’incolumità degli operatori sul campo”. Le condizioni della parte superiore della montagna vengono monitorate dal personale della Protezione civile della Provincia autonoma di Trento, “anche attraverso l’impiego di interferometri e radar doppler, ossia – spiega il Soccorso alpino – speciali apparecchiature di monitoraggio che misurano i movimenti della parete ghiacciata”.

Crollo Marmolada, procuratore Trento: “Escluse negligenza e imprudenza”

“In questo momento possiamo escludere una prevedibilità e una negligenza o imprudenza”. Così ai microfoni del Tg3 il procuratore di Trento, Sandro Raimondi, parlando del crollo della Marmolada. “L’imprevedibilità in questo momento è quello che la fa da principale protagonista nel senso che per avere una responsabilità bisogna poter prevedere un evento cosa che è molto molto difficile”, ha aggiunto.

La procura, ha chiarito, “deve procedere per la sussistenza del reato e non certo sulla possibilità di chiudere i rifugi o i passi, quelli sono problemi della Protezione civile”.

Il procuratore di Trento ha poi ricordato la prima telefonata ricevuta: “Mi hanno chiamato i carabinieri di Cavalese che mi hanno detto che era una situazione apocalittica”. E ha quindi espresso “vicinanza al dolore” di tutte le persone coinvolte e l’auspicio “di potere lavorare sulla prevenzione perché queste cose non accadano”.

Crollo Marmolada, la madre di un disperso: “Non abbiamo un corpo”

“Sto molto male perché non abbiamo un corpo”. A parlare è una madre, che non vuole apparire, ma che sulla Marmolada ha probabilmente perso un figlio, uno dei 13 dispersi della valanga di ghiaccio che si è staccata domenica.

“Fate i giornalisti con la G maiuscola, non gli sciacalli. Oltre a dover gestire una cosa così grande dover gestire anche le orde barbariche anche no”. Parole pronunciate nel quartier generale dei soccorsi predisposto a Canazei. Oltre alla donna ci sono diversi altri parenti dei dispersi.

Marmolada, Farina (Ania): “Dotare l’Italia di un sistema misto sui rischi catastrofali”

“Mi stringo alle famiglie delle vittime nel cordoglio” per la tragedia della Marmolada e l’incidente rende “evidente che occorre dotare l’Italia di un sistema misto di gestione dei rischi catastrofali, in analogia con quanto si riscontra all’estero, in modo da accrescere la resilienza di cittadini e imprese di fronte a eventi avversi in fortissimo aumento”. Lo ha detto Maria Bianca Farina, presidente dell’Ania, nel corso della sua relazione all’assemblea annuale dell’associazione.

“Si tratta forse dell’ultima finestra di opportunità – ha detto ancora – per allinearsi ai migliori standard internazionali, riducendo la vulnerabilità del nostro territorio che frena le possibilità di crescita e rischia di far aumentare le disuguaglianze”, ha aggiunto.

Crollo Marmolada, vigili del fuoco: “Ricerche avanti tutta la settimana”

Dopo il crollo avvenuto sulla Marmolada “la massa si è indurita, si è solidificata, le ricerche andranno avanti sicuramente tutta la settimana, 24 ore su 24”. Lo afferma Franco Zambelli, esperto vigile del fuoco impegnato da domenica nella valanga di ghiaccio che si è staccata dalla Marmolada. La speranza, quasi una chimera, è che si sia creata qualche sacca d’aria per i 13 dispersi, ma a quasi 48 ore dal crollo l’ipotesi diventa sempre più irreale.

“Appena arrivati -racconta – l’impatto è stato devastante davanti mi sono trovato un’immagine impressionante, la slavina è grandissima, mai vista una cosa del genere neanche in tv”. I corpi recuperati erano in parte sopra la valanga, altri sono stati recuperati seguendo le corde a cui erano legati.

Crollo Marmolada, le immagini dall’alto

All’indomani del crollo del serracco della Marmolada, che ha provocato la morte di 7 persone, di cui 3 identificate, 8 feriti e 13 dispersi, ricominciano le ricerche da terra che ieri erano state interrotte per il rischio di ulteriori distacchi. Oggi si prosegue solo dall’alto utilizzando droni ed elicotteri.

Crollo Marmolada, escursionisti non rispettano divieto

La tragedia della Marmolada non ferma gli escursionisti: c’è chi ieri ma anche stamattina ha imboccato i sentieri per salire, ma farlo “è pericoloso” dicono i soccorritori, ricordando che esiste l’ordinanza del sindaco di Canazei Giovanni Bernard con cui si indica che la Marmolada “è chiusa”. Proprio per stabilire i ‘confini’ del divieto e prevedere eventualmente un controllo dei principali ‘ingressi’ alla montagna – dopo la valanga di domenica in cui sono morte sette persone – è un corso una riunione dei soccorritori e del primo cittadino alla sede del Cnsas.

Marmolada, climatologo Mercalli: “Nessuna colpa, rischio zero non esiste”

“Non si possono prevenire questi rischi in alta montagna. La Marmolada è un ghiacciaio normale, senza sintomi: ci sono altri ghiacciai molto più pericolosi. Non si può escludere nessuna zona dal rischio, ma al tempo stesso non si possono escludere tutti i ghiacciai dal transito. Il complesso dei ghiacciai alpini ha delle situazioni di criticità che sono monitorate. Penso, per esempio, a Courmayeur col ghiacciaio di Planpincieux. Il rischio qui è calcolabile perché il ghiacciaio è controllato e allora si può fare un’ordinanza che vieta il transito alle persone. Situazioni come quelle di Planpincieux sono circa una decina in tutte le Alpi e grazie al loro costante controllo è più facile avere dati chiari. Invece, i ghiacciai normali, non patologici, non hanno dati precisi ed è difficile intervenire perché il rischio è generico”. Lo dice all’Adnkronos il meteorologo e climatologo Luca Mercalli, commentando, in seguito alla valanga che ha colpito la Marmolada, il rischio che un evento simile possa abbattersi anche su altri ghiacciai.

“Non ci sono state colpe – tiene a specificare Mercalli – né dell’amministrazione né dei singoli. C’è stata anche sfortuna nella tragedia della Marmolada perché è successa di domenica, se accadeva alle 3 di notte di un giorno feriale sarebbe stato diverso. Non si poteva prevedere il rischio del ‘qui e ora’. Certamente il riscaldamento globale pone un tema del pericolo che si fa maggiore sulle zone montuose e di questo dobbiamo tenerne conto”.

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