Rogo Malagrotta, pericolo diossina

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Chiusi gli asili e no al consumo di alimenti prodotti in zona

L’ordinanza del Comune di Roma e il consiglio di limitare le attività all’aperto: “Mantenere chiuse le finestre”. Aperto un fascicolo in procura mentre è ancora visibile la cappa di fumo nel cielo.

Asili nido e centri estivi, pubblici e privati, chiusi nel raggio di 6 km. Divieto di consumo degli alimenti di origine animale e vegetale prodotti nell’area individuata, divieto di pascolo e razzolamento degli animali da cortile, divieto di utilizzo dei foraggi e cereali destinati agli animali raccolti nell’area individuata. 

Tutto “per un periodo non superiore a 48 ore, in virtù del principio di precauzione”. Questa l’ordinanza varata dal comune di Roma in cui si legge anche di “limitare le attività all’aperto, con particolare riguardo a quelle di natura ludico sportiva e di di mantenere chiuse le finestre in caso di fumi persistenti e maleodoranti”. 

Chiusa anche la sede, poco distante, del Consiglio regionale del Lazio di via della Pisana.

All’indomani dello spaventoso incendio che ha interessato il Tmb di Malagrotta si inizia a fare la conta dei danni e delle ricadute a breve e lungo termine sulla salute dei romani. 

Al momento il rogo è sotto controllo: i vigili del fuoco, una sessantina in tutto, hanno lavorato tutta la notte per confinare le fiamme ed evitare che interessassero altre strutture e si propagassero all’esterno. Ma per spegnerlo definitivamente ci vorranno diversi giorni. 

Già ieri il portavoce dei Vigili del Fuoco, Luca Cari, aveva anticipato che si sarebbe trattato di un intervento “complesso, il materiale combustibile è molto le fiamme tendono a riprendere, questo ci fa pensare a tempi molto lunghi”. 

Intanto la Procura di Roma ha aperto il fascicolo di indagine: al momento i magistrati di piazzale Clodio procedono per il reato di incendio colposo a carico di ignoti. Il pm di turno, Alberto Galanti, coordinato dal procuratore Francesco Lo Voi, ha svolto nella serata di ieri un sopralluogo nella discarica e una prima informativa è stata consegnata in Procura dai carabinieri. Al lavoro anche gli specialisti del Noe, Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri.

Arpa Lazio: finestre chiuse nell’area della discarica

“A seguito dell’incendio divampato negli impianti di Malagrotta e la successiva nube di fumo che si è sviluppata l’Arpa Lazio si è recata immediatamente nell’area colpita e ha installato dei campionatori che serviranno a verificare eventuali effetti sulla qualità dell’aria”. Lo comunicava ieri in una nota il direttore generale, Marco Lupo. “Nelle prossime 24/48 ore si avranno i primi riscontri a partire dalle centraline fisse. Nel frattempo si consiglia ai cittadini residenti nell’area di 1 km di tenere chiuse le finestre delle proprie abitazioni”, ha aggiunto. 

“Un disastro ambientale di dimensioni incalcolabili”, ha scritto Gianluca Lanzi, presidente del Municipio Roma XI, in un post su facebook a cui ha fatto eco il sindaco di Fiumicino, Eaterino Montino: “Vi chiedo di seguire molto attentamente le raccomandazioni già fatte dal Comune di Roma: non sostare nei pressi dell’area interessata dall’incendio; mantenere chiuse le finestre in caso di fumi persistenti e maleodoranti; non utilizzare al momento i condizionatori d’aria; in caso di emergenza contattare il Numero Unico Emergenze 112 o la Sala Operativa h24 della Protezione Civile allo 066521700”.

I primi a dare l’allarme per la salute sono stati ieri i cittadini di Valle Galeria, zona al confine tra la capitale e l’ex discarica: “Oltre al rischio diossina liberata nell’aria ci sono i depositi di gas e benzina adiacenti che sono stati allertati”.

Il vasto incendio ha interessato anche una vasca di stoccaggio del combustile solido, uno degli impianti dove vengano trattati i rifiuti della Capitale. Secondo i vigili del fuoco, presenti con otto squadre per domare le fiamme, l’incendio si è esteso anche ad almeno un paio di capannoni dove sono stoccati carta e plastica e un impianto di compostaggio.

Una densa colonna di fumo si è alzata verso il cielo dalle 17.30 di ieri, visibile da chilometri di distanza e nell’area circostante all’impianto si è diffuso un forte odore di bruciato: sono stati gli operati dell’impianto a chiamare i vigili del fuoco.

Le cause dell’incendio, che ha interessato anche il gassificatore da anni inattivo, sono ancora da accertare: una volta domate le fiamme i rilievi dei vigili contribuiranno a chiarire l’origine ed escludere un eventuale dolo. 

Da chiarire anche le eventuali ricadute sul ciclo dei rifiuti della capitale e già messo a dura prova da una cronica carenza di impianti. Anche se la discarica di Malagrotta non serve più Roma (fu chiusa dall’allora sindaco Ignazio Marino), gli impianti presenti, di proprietà della società E. Giovi, servono la capitale trattando fino a oltre 1200 tonnellate di rifiuti al giorno, 8.100 alla settimana. Numeri fondamentali per il già fragile ciclo dei rifiuti di Roma e che ha spinto il sindaco Roberto Gualtieri a decidere per la realizzazione di un termovalorizzatore per rendere la capitale autonoma ed efficiente.

Gualtieri: “Al lavoro per affrontare l’emergenza”

“L’incendio del Tmb non è solo un grave incidente, ma costituisce un danno significativo per il sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti a Roma, su cui avrà inevitabili conseguenze immediate – ha dichiarato ieri sera il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri – Siamo già al lavoro per ricollocare quanto prima le quantità trattate dall’impianto danneggiato e indirizzarle su altri impianti di trattamento e sui successivi sbocchi”. Per questa mattina è prevista “la riunione della cabina di regia con Ama e gli operatori che hanno contratti in essere diretti e indiretti con l’azienda di Roma. Metteremo tutto il nostro impegno per affrontare questa grave emergenza”.
 

La colonna di fumo su Roma

La colonna di fumo nero è stata visibile anche dai Castelli Romani: complice l’assenza di vento e la serata particolarmente afosa, per chilometri intorno alla zona del rogo, periferia ovest della Capitale, i cittadini hanno segnalato cattivo odore, proveniente verosimilmente dalle carte e le plastiche combuste. “Sono sceso 5 minuti con il cane – aveva scritto un utente su twitter – l’aria è irrespirabile, e sto a Torpignattara, a 44 km. Chiudete le finestre”. 

Puzza di bruciato avvertita chiaramente anche all’Eur e a San Paolo e, in genere, nel quadrante ovest e in parte nel Centro Storico.  

70 vigili del fuoco impegnati

“L’incendio sta interessando alcuni dei capannoni. Abbiamo 70 vigili del fuoco al lavoro con 10 squadre, alcune arrivate anche da fuori provincia. La situazione è ancora in evoluzione. Oltre a cercare di spegnere le fiamme, il cui lavoro è difficile, le squadre sono a protezione delle altre strutture per evitare che l’incendio possa propagarsi. Al momento non c’è nessuna ipotesi sulle cause”. Così ieri sera Luca Cari, portavoce dei vigili del fuoco, a Rainews24. “Non risultano persone ferite abbiamo messo in sicurezza i mezzi che erano fuori dalla struttura. Le operazioni sono complesse e lunghe. La precauzione principale e immediata per le persone in zona è di non respirare l’aria tenendo chiuse porte e finestre”, aveva aggiunto.

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