Mascherine al chiuso, dove?

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Le mascherine al chiuso dovrebbero restare per trasporti, ospedali, cinema e teatri

In arrivo un emendamento al DL del 24 marzo e un’ordinanza “ponte” del ministro della Salute. Costa: “Sui luoghi di lavoro credo si possa andare verso una raccomandazione”. Decade invece l’obbligo del green pass a esclusione di ospedali e Rsa.

In vista della scadenza dell’obbligo di indossare le mascherine al chiuso, in calendario il 30 aprile, l’idea del governo sarebbe quella di procedere con un emendamento al decreto legge del 24 marzo scorso – che ha sancito la fine dello stato di emergenza – ed una ordinanza “ponte” del Ministro della Salute, che andrà a definire le nuove regole a partire dal 1° maggio per quanto riguarda l’utilizzo del dispositivo di protezione.

Secondo quanto si apprende, l’obbligo di tenere le mascherine dovrebbe essere prorogato in alcuni luoghi come ospedali, mezzi di trasporto pubblico, sia a breve che a lunga percorrenza (dagli autobus agli aerei), ma anche nei luoghi della cultura e dello sport al chiuso (cinema, teatri, palazzetti).

“La mascherina al chiuso verrà abbandonata per gran parte delle nostre attività, ma sarà ancora necessaria tenerla in ospedali e Rsa e sui mezzi di trasporto come treni e aerei”. Lo ha anticipato il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, spiegando che, in vista della scadenza dell’obbligo nei luoghi chiusi a fine mese, “si deciderà nelle prossime 24 ore e sarà una decisione collegiale, basata sull’evidenza scientifica”.

Quanto al lavoro, il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, questa mattina ha detto che si può “andare verso una raccomandazione e non obbligo di mascherina al chiuso. Sarebbe complesso regolamentare un obbligo come la mascherina e quali situazioni in cui indossarla, la soluzione migliore è arrivare a una raccomandazione, gli italiani hanno già mostrato una responsabilità diversa, come avvenuto per le mascherine all’aperto, non più obbligatorie, ma su cui c’è una grande responsabilità”. Una regola che “varrà per tutti se parliamo non più di sussistenza dell’obbligo, c’è la consapevolezza che poi ci possono essere protocolli dei datori di lavoro condivisi con i sindacati e associazioni di categoria”, ha spiegato Costa.

Quanto all’obbligo delle mascherine a scuola “c’è già la previsione di mantenere l’obbligo fino a fine anno, visto che manca un mese alla fine della scuola, quindi è ragionevole così”, ha detto questa mattina il sottosegretario Costa. Per il resto, le mascherine potranno rimanere in tasca nei negozi, nei ristoranti anche al chiuso, negli stadi: l’obbligo verrà comunque sostituito da una forte raccomandazione a proteggersi in caso di assembramenti.

In ogni caso, come anticipato ieri da Costa, si andrà verso un’estate senza restrizioni: l’idea è quella di prorogare l’obbligo di mascherina nei settori elencati per un altro mese, sempre osservando, come ribadito più volte dal ministro Speranza, l’andamento della curva epidemica che non sembra ancora accennare all’atteso calo primaverile, e che anzi si è assestata su un plateau a quote piuttosto alte, sebbene grazie ai vaccini l’impatto sugli ospedali e soprattutto sulle terapie intensive sia molto contenuto.

Dal 1° maggio comunque, e questo è già ufficiale, salterà praticamente ovunque l’obbligo di green pass: non sarà più richiesto per aerei, navi, treni, pullman a lunga percorrenza e autobus a noleggio, ma anche per entrare al lavoro, nei locali, in albergo, al cinema e teatro, nei ristoranti anche al chiuso, in discoteca. Saltano tutte le restrizioni, compreso il divieto di buffet, di consumazione al tavolo, di distanziamento in spiaggia. Niente pass nemmeno per cerimonie, matrimoni, concorsi pubblici, universitari ecc. Uniche eccezioni per chi vuole andare a trovare un degente in un reparto ospedaliero o in una residenza sanitaria assistita.

L’obbligo vaccinale rimane fino al 31 dicembre per il personale medico, paramedico e amministrativo che lavori all’interno di strutture ospedaliere, mediche, cliniche pubbliche e private, residenze sanitarie assistite. Nonché per il personale scolastico fino al 15 giugno, anche se i docenti non vaccinati possono comunque andare al lavoro, sebbene senza ruoli che li mettano a contatto con gli studenti.

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