“Ciò che eravamo, ciò che ancora oggi siamo”

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Cresce l’attesa per la nuova opera di Vito Campanale, cultore di storia locale cassanese, autore di diversi libri che negli ultimi anni hanno ridato slancio all’editoria della memoria e della narrazione. A breve, infatti, vedrà la luce il nuovo libro che ha richiesto diversi anni per ricerche e scrittura.

Gli abbiamo rivolto alcune domande per saperne di più.

Questo libro ha avuto un lungo periodo di progettazione fatto di ricerche, verifica delle fonti storiche, letture e scrittura. Da dove nasce questa idea e a quando risale?

L’idea è nata improvvisa, grazie ad un casuale ritrovamento. All’inizio dell’estate del 2016 stavo compiendo delle ricerche presso l’archivio del comune di Cassano, allo scopo di datare le lastre del fondo fotografico del cav. Simone di Gravina, da poco entrate a far parte del patrimonio del nascente MUTEC. Immagini davvero molto significative dello sviluppo urbanistico nel periodo compreso fra gli anni del secondo dopoguerra e gli anni ’70, che però non recavano la data precisa dello scatto. Nel cercare, trovare e dare una collocazione ordinata ai raccoglitori delle delibere comunali, prima ancora di consultarle ed estrarne i dati necessari, la mia attenzione fu attratta da due volumi manoscritti: mi bastò sfogliarli in maniera superficiale per capire cosa avessi per le mani: otto anni di vita cassanese risalenti esattamente a due secoli prima! Terminato il lavoro che mi era stato commissionato, chiesi ed ottenni in visione quei due volumi per poterli studiare a casa. Sorrido, oggi, nel ricordare che li chiesi in prestito per sei mesi: li ho restituiti dopo quasi sei anni!

Qual è il fulcro di questa tua nuova opera?

Le delibere decurionali di quel periodo (1816-1823) sono una testimonianza storica eccezionale: fu proprio dopo il cosiddetto “decennio francese” che l’organizzazione burocratica degli apparati statali assunse quella forma; macchinosa, forse, farraginosa e limitata dalle inesistenti infrastrutture, ma dettagliata e autorevole, capace perciò di raccontare con attendibilità quanto accadeva. Illustrare il funzionamento della neo-nata macchina amministrativa e raccontare ciò che Cassano era in quegli anni è stata l’idea portante del lavoro.

Immaginiamo ci siano state non poche difficoltà nella realizzazione, a partire dalla interpretazione degli scritti dell’epoca: se oggi si usa molto il politichese, come scrivevano gli antichi amministratori negli atti ufficiali e dunque quali gli ostacoli più difficili?

Le difficoltà sono state tante. Pur essendo stati quei registri compilati dalle elìte della nostra collettività di due secoli fa, spesso le grafie, gli stili, le forme e i termini usati si sono rivelati di non facile interpretazione, pur con l’ausilio della lente retroilluminata. Come è facile intuire, ciò ha finito per dilatare a dismisura i tempi della trascrizione. Ogni argomento trattato, inoltre, ha avuto bisogno di essere sviscerato, spiegato e reso fruibile a chi, come noi, di certi meccanismi e di certefaccende, sa oggi ben poco.

Hai avuto modo, per le tue ricerche, di consultare volumi e raccolte di atti amministrativi e non solo, conservati nell’archivio del Comune. Dato che non è accessibile a tutti, raccontaci in che stato di conservazione sono quei volumi e quel materiale e che cosa potrebbe essere fatto per renderlo, magari in parte, fruibile.

Devo riconoscere che l’archivio in sé è ben tenuto. Diverso il discorso per quanto riguarda il contenuto: materiale dall’indubbio valore storico giace frammisto a scartoffie di nessuna importanza, in una totale caotica commistione. Non mi risulta nemmeno che il materiale presente nell’archivio sia mai stato inventariato. Una buona idea potrebbe essere finanziare un programma di riorganizzazione digitale di tutto il materiale di rilevanza storica presente, magari da affidare agli studenti del liceo sotto la guida di un esperto, e disfarsi di tutto l’ingombrante volume di scartoffieormai di nessuna importanza.

Che cosa potrebbe dire la tua storia e quelle narrate in questo libro ai tanti “cassanesi” che qui dormono e si e no fanno la spesa, residenti ma non cittadini di questa comunità?

Questione delicata. Stiamo da anni assistendo ad una costante e progressiva perdita di identità: un malinteso senso della globalizzazione ha finito per sommergere e cancellare le nostre radici e questo è una gran peccato. Trovare qualcuno interessato a certi argomenti “di nicchia”, specie se provenienti da altre realtà, sta diventando sempre più difficile.

Cosa, invece, a chi ha scelto di vivere a Cassano o ci vive da generazioni?

“Conoscere le proprie radici è indispensabile per poter guardare con raziocinio al futuro” è una affermazione che ho spesso sentito fare durante le presentazioni di libri simili a questo. Dalla lettura di questo libro emerge ciò che eravamo, ciò che ancora oggi siamo. Tante volte ci siamo interrogati sul perché i cassanesi siano fatti in un certo modo, da dove nascano certi aspetti del nostro carattere: si resterà sorpresi dal constatare come, in duecento anni, certe cose non siano poi cambiate tanto…

Quando uscirà il libro e dove si potrà acquistarlo?

Il libro sta per andare in stampa e nei miei programmi c’è quello di presentarlo al pubblico già a gennaio. Sto lavorando ad un evento di presentazione nel quale cercherò di coinvolgere quante più realtà cassanesi possibile perché è sempre stato mio intento quello di dare un contributo a tutta la nostra cultura e mettere in risalto le nostre risorse. Oltre che in quella e in altre occasioni pubbliche a seguire, il libro sarà in vendita con le stesse modalità dei due precedenti, avendo scelto anche stavolta di essere, oltre che l’autore, anche l’editore di me stesso.

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