I doppi turni scompaginano l’organizzazione delle scuole superiori

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Il punto di vista dei docenti

Questo nuovo anno scolastico avrebbe dovuto ripartire all’insegna di una ritrovata, anche se parziale, serenità. Gli adolescenti che, a causa del lungo periodo di didattica a distanza, avevano perso occasioni preziose di socializzazione, di momenti di apprendimento condiviso e partecipato in classe, avrebbero dovuto riprendere il proprio cammino scolastico riappropriandosi degli spazi e delle iniziative formative perse, con nuovo entusiasmo e curiosità intellettuale.

E invece ….. l’incubo non sembra ancora finito!

A causa dell’incapacità di intravedere una soluzione nell’insufficiente servizio di trasporto pubblico, necessario perché gli studenti raggiungano i propri istituti scolastici al mattino e possano, alla fine della giornata didattica, fare rientro a casa, alle scuole superiori dell’intera area metropolitana di Bari, è stato imposto l’obbligo del doppio turno fino alla fine del periodo di emergenza, che il Governo ha fissato per il 31 dicembre 2021.

Cercando di spiegare la situazione anche ai non addetti ai lavori, mentre il 75% della popolazione scolastica di ogni singolo Istituto di istruzione superiore può recarsi a scuola alle 8.00 del mattino, il restante 25% deve farlo alle 9.40 per permettere alle compagnie di trasporto, che effettuano corse a loro dedicate e che non possono permettersi l’acquisto di nuovi mezzi, di effettuare il tragitto a loro assegnato per due volte di seguito. Naturalmente se si considera l’ingresso in due turni degli studenti se ne deve immaginare l’uscita, prevista per il primo gruppo fra le 13.00 e le 14.00 mentre per il secondo fra le 14.30 e le 15.30.

Sulla carta, anche se il sistema dei doppi turni non è mai piaciuto al mondo della scuola, tutto potrebbe funzionare se non fosse che in realtà anche gli studenti del secondo turno sono obbligati a prendere il mezzo del mattino presto poiché non ve ne sono a seguire e che, per il rientro a casa gli stessi non hanno mezzi disponibili se non nella fascia oraria dalle 16.20 in poi.

Nonostante i cortei di protesta dinanzi alla Prefettura e le varie manifestazioni locali a sostegno di un dietro front da parte del Prefetto, dott.ssa Antonia Bellomo, nessuna modifica si palesa all’orizzonte e all’ipotesi sempre più possibile che questa situazione si protragga fino a fine 2021 i malumori si intensificano non soltanto fra gli studenti, ma si estendono alle loro famiglie e al mondo della scuola in genere. Tante le ragioni a rappresentare l’errore palese di una scelta del genere che di certo non risolve la situazione precaria di un trasporto scolastico da molto tempo poco sicuro e insufficiente, ma, soprattutto, che disegna i contorni di un rientro a scuola molto lontano da ciò che avrebbe dovuto rappresentare.

Le opinioni espresse dai docenti sembrano confluire su alcuni punti comuni che mettono in evidenza quanto la scelta della formula del doppio turno sia deleteria nei confronti di uno studio sereno, approfondito, ricco e stimolante. Lo scaglionamento dell’utenza ha reso necessario il taglio delle unità orarie di qualche minuto per permettere agli studenti di raggiungere sia gli edifici scolastici che di tornare a casa alla fine delle lezioni. Nonostante ciò appare davvero difficile provare ad immaginare uno studio domestico individuale efficace, che non potrebbe iniziare prima delle 17,30 per gli studenti del secondo turno. Senza considerare per gli stessi l’impossibilità di un pasto completo, a pranzo, insieme alle proprie famiglie e la difficoltà a coltivare le proprie passioni sportive, musicali, ricreative per mancanza di tempo libero pomeridiano. Eppure sappiamo bene quanto queste attività siano importanti per gli adolescenti e necessarie per compensare l’immobilità alla quale il banco li costringe durante la didattica ordinaria, resa ancora più pesante dalle misure di prevenzione al contagio Covid.

In tutti gli istituti di istruzione superiore al curricolo scolastico istituzionale si aggiunge l’offerta formativa personalizzata che ogni scuola costruisce sui bisogni e sulle richieste degli studenti. Si tratta di percorsi formativi certificati, di progettualità trasversali che permettono ai ragazzi di uscire dalla propria classe e di socializzare con i compagni di altre sezioni ed indirizzi di studio. Sono progetti di approfondimento, di valorizzazione del merito per i più abili e di supporto all’apprendimento delle discipline più ostiche. Senza parlare dei percorsi PCTO, la vecchia alternanza scuola – lavoro e di quelli dedicati all’approfondimento delle tematiche di Educazione civica, che vanno dallo studio approfondito della Costituzione e degli organi dello stato ad attività laboratoriali che prendono spunto dagli obiettivi dell’Agenda 2030. Come è possibile offrire agli studenti tutto ciò in un’organizzazione scolastica che fa del doppio turno la sua peculiarità maggiore? Difficile ipotizzare tempi di svolgimento che non penalizzino ulteriormente coloro che lasciano la scuola alle tre del pomeriggio, ancor più difficile creare gruppi di partecipanti provenienti da classi diverse se queste non appartengono allo stesso orario di attività didattica, quasi impossibile pretendere che l’attenzione, l’impegno e la partecipazione degli studenti restino tali dopo una mattinata di lavoro che non rispetta i ritmi naturali dei ragazzi e li costringe ad affrontare la calca del mezzo pubblico, a saltare il pranzo e a sacrificare parte della propria vita personale, affettiva e sociale.

E allora, la considerazione più amara resta quella che proprio la scuola, culla dei cittadini consapevoli di domani, è chiamata a risolvere problemi che sono stati creati da altri e che nessuno, al suo posto, mostra la volontà di risolvere. Proprio la scuola si ritrova a fare le spese di mancanze, inefficienze, carenze che non le appartengono e deve farlo a spese di intere famiglie, quelle degli studenti e del personale scolastico tutto, all’interno delle quali vi sono bambini, persone anziane, spesso persone in difficoltà o in situazioni di sofferenza e malattia, delle quali nessuno sembra essere davvero interessato.

GIULIA CALFAPIETRO

Prof. Trifone Gargano, sit in in istituto Don Milani ad Acquaviva

RSU e TAS al sit in in Istituto Don Milani
Docenti partecipanti al sit in Istituto Don Milani

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