La rabbia dei sindaci del Sud

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A ROMA IL DISAGIO DEI SINDACI DEL SUD PER LA BEFFA DEL PNRR

“Protestiamo due volte. In quanto sindaci e in quanto sindaci del Mezzogiorno, lasciati ancora più soli”.  La rete Recovery Sud partecipa alla manifestazione di oggi a Roma organizzata dall’Anci contro i “mille rischi e zero tutele” che caratterizzano l’attività istituzionale dei primi cittadini. Ma lancia l’allarme sul modo in cui si sta gestendo la partita del Piano nazionale di ripresa e resilienza e chiede all’Anci una presa di posizione più netta a favore delle realtà svantaggiate.

“Si sta profilando – spiega Davide Carlucci, sindaco di Acquaviva delle Fonti e coordinatore della Rete – l’ennesima beffa ai danni dei Comuni meridionali, già impoveriti da anni di politiche di ispirazione federalista che hanno svuotato le nostre piante organiche. Arriviamo così all’appuntamento del Recovery Fund senza progetti da presentare e senza personale che li possa redigere e attuare. Ancora una volta il Meridione è condannato”. 

Per questo Carlucci consegnerà al presidente dell’Anci Antonio Decaro, a nome dei 500 sindaci di Recovery, un elenco di richieste puntuali per evitare che i fondi del Pnrr, già quasi dimezzati rispetto ai criteri indicati dall’Unione europea, finiscano in prevalenza al centro-nord. Innanzitutto, i progetti: occorre “incrementare il fondo per la progettazione, affidando direttamente, senza gara, fondi per la creazione di un parco progetti coerente con le linee guida del Pnrr in base alle necessità locali e in misura proporzionale alla popolazione”. Parallelamente, occorre “sostenere ed estendere il lavoro di ricognizione dei fabbisogni e delle necessità dei Comuni del Sud, come già richiesto alle Anci regionali, richiesta alla quale non è seguita alcuna risposta”. 

E poi ancora: assunzione di tecnici anche nei piccoli Comuni, deleghe ai territori della cabina di regia per spendere le risorse assegnate, e un coordinamento delle Anci di tutto il Sud per monitorare i divari territoriali in ordine a “Lep, dotazioni infrastrutturali, fondi per la Cultura, dotazioni organiche dei Comuni, capacità di spesa, ecc.”

L’Anci, inoltre, deve prendere posizione contro le ipotesi di autonomia differenziata e vigilare sull’allocazione delle risorse che, come ha spiegato l’economista Gianfranco Viesti, solo per 35 miliardi è chiaramente destinata al Sud, mentre i restanti 45 miliardi potrebbero prendere altre vie. Per evitare questo, si propongono graduatorie macroregionali e non nazionali, in modo che si abbia certezza che la quota di risorse destinata al Sud resti al Sud. 

Infine, si chiede al Governo un intervento urgente su un tema di massima attualità: la mortalità infantile tuttora più elevata al Sud rispetto al resto d’Italia, come rilegato dalla Società italiana di pediatria. Su questo si chiedono “interventi per potenziare l’assistenza” e “obiettivi annuali di riduzione della mortalità”.

Egregio Presidente, caro Antonio.

Ti rappresento le richieste che i sindaci di Recovery Sud rivolgono all’Anci:

1. Incrementare il fondo per la progettazione, affidando direttamente, senza gara, fondi per la creazione di un parco progetti coerente con le linee guida del PNRR in base alle necessità locali e in misura proporzionale alla popolazione.

2. Sostenere ed estendere il lavoro di ricognizione dei fabbisogni e delle necessità dei Comuni del Sud, come già richiesto alle Anci regionali, richiesta alla quale non è seguita alcuna risposta. 

3. Assumere 2 tecnici ogni 10mila abitanti lasciando ai Comuni la scelta della figura professionale (architetto, ingegnere o responsabile finanziario).

4. Delega ai territori della cabina di regia per spendere le somme assegnate (vedi patto territoriale). 

5. Istituzione di un coordinamento Mezzogiorno delle Anci del Sud che monitori l’andamento dei divari territoriali in ordine a Lep, dotazioni infrastrutturali, fondi per la Cultura, dotazioni organiche dei Comuni, capacità di spesa, ecc. 

6. Netta presa di posizione contro l’autonomia differenziata nella misura in cui essa si traduce in un rischio di impoverimento dei Comuni del Sud.

7. Massima vigilanza sull’allocazione delle risorse del PNNR. Come ha spiegato l’economista Gianfranco Viesti, una precisa quantificazione dell’investimento nel Mezzogiorno è contenuto in 33 delle 157 misure del PNRR, e in 5 del Fondo Complementare (FC). Tali misure indirizzano verso il Mezzogiorno investimenti per un totale di 22.209,27 milioni. Nei documenti ufficiali è quindi individuabile solo poco più di un quarto delle risorse ipoteticamente destinate al Mezzogiorno.

Tuttavia, in altre 22 Misure del PNRR e in altre 6 del FC vi sono degli indirizzi tali da lasciar prevedere che una parte delle risorse disponibili sarà certamente allocata nel Mezzogiorno. Su ciascuna di queste Misure è stata operata una stima, con un margine di errore. Il totale degli importi di queste Misure ammonta, secondo le stime qui effettuate, a 13,126 miliardi.

Il totale è di 35 miliardi, mentre altri 45 miliardi non hanno un’allocazione precisa ma sono soggetti a bando. Per questo chiediamo che il Governo preveda, laddove siano previsti incentivi alle imprese o meccanismi a bando fra le amministrazioni pubbliche destinatarie finali, GRADUATORIE PER MACROAREE (NORD, SUD, CENTRO) in maniera tale da garantire sempre l’equa distribuzione delle risorse tra aree del Paese. 

8. Interventi immediati a favore degli ambiti sociosanitari per potenziare l’assistenza pediatrica al Sud, chiedendo che siano previsti, di concerto con le Regioni, obiettivi annuali di riduzione della mortalità infantile al Sud.

                                                                                                  Davide Carlucci

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