Il sindaco Nitti e la scuola Rodari presenti alla ‘Giornata contro le mafie’

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È stata celebrata il 21 marzo scorso, come ogni anno, la ‘Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie’, appuntamento al quale ha preso parte anche il circolo didattico Rodari, che ha partecipato a una manifestazione regionale organizzata a Brindisi dall’associazione Libera con la collaborazione di Avviso pubblico. Due le classi della scuola elementare presenti nel capoluogo a sud di Bari.

Nella vicina Adelfia, invece, tutte le scuole della cittadina limitrofa hanno dato vita alla ‘Marcia della legalità’, alla quale è intervenuto anche il sindaco di Casamassima, Giuseppe Nitti, assieme ai colleghi di Adelfia appunto, Capurso, Cellamare.

“’La mafia uccide, il silenzio pure’”. Il messaggio – così si è espresso il sindaco Nitti in merito a questa giornata, sulla sua pagina facebook – affidato a uno striscione esposto dagli amici di Peppino Impastato – una delle vittime innocenti della mafia – nel giorno del suo funerale, quarantuno anni fa, ancora oggi è di grande attualità. Perché le mafie – proprio oggi ricorre la ‘Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie’ – si combattono parlandone, affrontandole. Affrontandole con la determinazione, il coraggio e la costanza che si manifestano attraverso la capacità di fare sempre il nostro dovere, di operare sempre con lealtà, trasparenza, rispetto delle regole.

Da amministratore, in questa giornata, non posso che ricordare anche la figura di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore, primo cittadino di Pollica, nel Cilento, assassinato mentre rientrava a casa in una sera di settembre del 2010. Di Vassallo restano l’attività e l’esempio, che nessuno potrà mai portare via. E l’impegno profondo per la sua comunità, portato avanti con onestà, lungimiranza, attenzione all’ambiente. Senza dimenticare Michele Fazio, che fu colpito a morte – vittima innocente – nel 2001 a Bari Vecchia, soltanto per essersi trovato accidentalmente nel posto sbagliato al momento sbagliato, durante un conflitto a fuoco tra clan rivali.

Le storie di Peppino Impastato, Angelo Vassallo, Michele Fazio – diventati tre simboli della lotta alla mafia – così come le storie di altre decine di vittime innocenti, ci spingono a non rimanere in silenzio. E a dire, anzi a gridare il nostro no alle mafie. Oggi e sempre”.

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