Ceri rossi, la bellissima lettera di Rita Tagarelli

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Riceviamo e pubblichiamo la bellissima lettera della Tagarelli, in merito alla tematica. Buona lettura!

Amico mio, se la tua casa per la Pasqua non profuma solo del soffritto di cipolla per il calzone, ma è impregnata di quell’atmosfera mistica, che suggerisce una profonda partecipazione ai riti sacri della Passione e Morte di nostro Signore, Gesù Cristo, la sera del giovedì santo, quando il primo “colpo oscuro” diffonde il suo fragore nel cielo, annunziando che comincia il percorso della penitenza e del dolore, metti un cero rosso alla finestra.

No! Non devi farlo per creare un’atmosfera. Non devi collaborare a fare scena, sarebbe inutile, anzi blasfemo. Allora perché?

Ti rispondo con un’altra domanda: “Perché il 2 novembre porti un cero sulla tomba dei tuoi morti? I morti non hanno bisogno delle luci dei vivi. Tu lo sai, eppure non ti sottrai al bisogno di esprimere con un segno tangibile che nel tuo cuore vive oltre la morte l’affetto per loro. Ti sembra che quell’atto riesca a farti penetrare il mistero che aleggia nel cimitero e ti aiuti a recuperare le presenze perdute.

Se il bambino ti chiede perché accendi un cero e lo esponi sul balcone della casa, spiegagli che nel plenilunio di marzo la Chiesa rivive con i suoi fedeli il dolore del Golgota.

Gesù muore sulla croce per la nostra Salvezza: Una fiammella che lentamente si consuma nella notte del martirio è la testimonianza che la famiglia veglia, condividendo la Sua sofferenza. Per Maria, che ha pianto tutte le lacrime e guarda al Cielo col cuore trafitto da sette spade, quel simbolo ardente vuol essere un atto di conforto. Un semplice lumino intende rappresentarti come Maria Maddalena ai piedi della Croce Tutti coloro che abitano la casa intendono esprimere così il senso dello sgomento nella notte, che sarebbe paurosamente buia, se mancasse la Fede. La Fede diventa palpabile nella nostra comunità di cristiani con il palpito di tante piccole fiammelle, una preghiera comunitaria, una scia di fuoco che unisce i nojani, lega in un abbraccio fraterno le anonime figure dei “viacroci”e le squadre dei portatori delle statue, il canto delle donne, velate a lutto, le marce funebri della banda, le orazioni dei Sacerdoti.

Appunto: “Suoz!”. “Insieme!” Metti un cero rosso alla tua finestra…e non importa, se per la strada che abiti non passeranno le processioni: il significato che dai a quel lume è così intimo, così tenero che non può confondersi con una parata.

(Fu negli anni ’70 che l’arciprete don Michele Battista introdusse “i ceri rossi” nella Settimana Santa nojana)

 [da La Voce del Paese del 24 Marzo]

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